15 Settembre 2022 -

La Valleriana, dieci anni dopo la candidatura Unesco

Sono passati ormai 10 anni da quando per la Svizzera Pesciatina (o, secondo il nome più antico, Valleriana) era stata promossa la candidatura a patrimonio mondiale dell’umanità, a seguito del dossier preparativo pubblicato dalla Regione Toscana[1]. Tale procedura purtroppo non era andata a buon fine; eppure chiunque si avvicini a quella porzione di territorio posto nel Comune di Pescia non può non rimanere colpito dalla sua unicità. Si tratta di un’area privilegiata in cui appare immediatamente comprensibile – anche ad un visitatore distratto – come natura e paesaggio si fondano insieme in una sola realtà ricca di storia e siano entrambi patrimonio culturale, materiale e immateriale, che davvero merita di essere conosciuto, tutelato, valorizzato. La coesistenza fra paesaggio naturale e quello antropico, infatti, è qui particolarmente felice: si trovano ampi spazi con boschi e prati popolati da fauna specifica nei quali, qua e là, sbucano antichi selciati e terrazzamenti, a riprova di una presenza umana costante. Ma niente prepara alla bellezza dello scoprire, giusto dietro una curva o appena usciti da un sentiero, uno dei dieci piccoli borghi che appaiono come incastonati in un prezioso gioiello verde.

Per approfondire la differenza fra natura e paesaggio leggi l’articolo Natura, paesaggio e panorama sono sinonimi? Una doverosa puntualizzazione.

Il paesaggio della Valleriana, bene comune da conoscere, tutelare e valorizzare

Queste dieci “gemme”, localmente chiamate le “dieci castella” – Pietrabuona, Medicina, Fibbialla, Aramo, Sorana, Vellano, San Quirico, Castelvecchio, Stiappa, Pontito –, sono percepite come fuse con il territorio circostante poiché sembrano essere rimaste immuni dalle grandi trasformazioni delle città in cui abitiamo, frutto come sono di una storia secolare. Di origini medievali, tutte hanno infatti subìto nel tempo modifiche rispettose del contesto ambientale che le ha viste nascere, sia in senso tangibile che intangibile. Basta pensare, da un lato, allo sviluppo di colture specifiche oggi riconosciute con il marchio IGP e note in tutto il mondo (un esempio per tutte: il fagiolo di Sorana), oppure alle tradizioni locali e agli antichi mestieri (la lavorazione della “pietra serena” o di oggetti in rame) che resistono nonostante la globalizzazione imperante. Per non parlare poi della presenza di una viabilità antica ancora quasi totalmente percorribile, forse uno degli aspetti meno evidenti perché abituati all’uso dell’automobile. Essa invece traccia una linea continua fra passato e presente, è segno concreto di una rete di collegamento fra i vari borghi, una volta frutto di una necessità lavorativa ed economica, oggi luogo in cui fare trekking. Tesori paesaggistici come la Svizzera Pesciatina, dunque, non possono e non devono rimanere nascosti: ciò, però, non significa soltanto aprire le porte al turismo. Quest’ultimo è in realtà l’ultimo passo da compiere per la valorizzazione di un territorio. Prima viene il desiderio di conoscenza nei confronti della ricchezza paesaggistica e culturale che si ha a disposizione a due passi da casa, desiderio che dovrebbe sorgere da parte degli abitanti della zona – compresi anche quelli della Valdinievole – come atto di amore e di gratitudine verso il patrimonio che i nostri antenati ci hanno consegnato. In secondo luogo c’è la tutela, che può essere esercitata seguendo vie e modi semplici, alla portata di tutti, senza passare dalle donazioni di grandi somme di denaro. Una soluzione, tra l’altro, potrebbe essere il vivere nella completa immersione del paesaggio occupandosi del mantenimento dei sentieri. È un’attività che può andare dal controllo che non vi siano stati cedimenti del suolo, alberi caduti o discariche abusive alla realizzazione della segnaletica utile ad orientarsi nel percorso. Il paesaggio della Valleriana, se davvero lo iniziamo a percepire come bene comune, deve diventare al pari delle nostre abitazioni, che sono belle quando sono curate e pulite, spazi aperti e godibili per tutti.

Per approfondire l’importanza della tutela del paesaggio leggi l’articolo La sentieristica come parte della riqualificazione del paesaggio.


[1] AA.VV., Dalla Valleriana alla Svizzera Pesciatina, Ospedaletto-Pisa, Pacini Editore, 2012.